Home Lo Sport che fa bene Ai Mondiali tifando le “Stampelle Azzurre”

Ai Mondiali tifando le “Stampelle Azzurre”

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La Nazionale italiana Calcio Amputati parteciperà ai Mondiali del 2018 in Messico

Il Mondiale “s’ha da fare”.

Archiviata la delusione per gli Azzurri di Ventura, c’è un’altra Nazionale di calcio maschile del Bel Paese che il prossimo anno disputerà la competizione in Messico: la Nazionale Calcio Amputati.

Grazie al quinto posto ottenuto ad ottobre nel Campionato Europeo in Turchia, battendo per 2 a zero l’Irlanda, la squadra avrà nuovamente accesso ai Mondiali, dopo l’avventura del 2014 con un lodevole nono posto.

Caparbietà, volontà, spirito di sacrificio e indubbia capacità sono le qualità della Nazionale, nata nel 2012 da un’intuizione di Francesco Messori, nato senza una gamba, e dal suo appello su Facebook per reclutare ragazzi amputati.

Ne verranno selezionati venti, provenienti da tutta Italia; nel dicembre dello stesso anno il Cis (Centro Sportivo Italiano) sancisce la nascita delle “Stampelle Azzurre” e Messori, di ruolo centrocampista, ne diventa il capitano.

Capitano di una squadra che racchiude storie incredibili di passione, forza d’animo, riscatto; tra queste quella di Daniel Priami, il portiere, che il giorno prima del suo esordio in Serie D, appena diciassettene, a causa di una rottura che provocò un’infezione, subì l’amputazione di un braccio; o quella di Giovanni Sasso, attaccante, che privato di una gamba ad appena sedici anni, è riuscito a stabilire il record mondiale di Maratona su stampelle nel 2012.

Quando si dice insomma che lo sport ha tante valenze positive, soprattutto quella di cercare di trasformare in vittorie, al di là dei numeri, dei punti e delle classifiche, le difficoltà.

Tra l’altro le Stampelle Azzurre in collaborazione con Art4Sport onlus, Un amore per la Vita onlus e Insuperabili Onlus ha avviato una scuola calcio per bambini con difficoltà motorie con l’intento di offrire ai più piccoli  la possibilità di mettersi in gioco per scoprire le competenze e favorire integrazione e autostima.

Silvia Sanmory

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