Agnelli, arriva la sentenza: Un anno di inibizione

La procura guidata da Giuseppe Pecoraro aveva chiesto due anni e mezzo per il presidente della Juventus, e due partite a porte chiuse per la squadra (rigettate)

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Nel processo a porte chiuse nato dall’inchiesta penale “Alto Piemonte“, il capo della procura  della Figc, Giuseppe Pecoraro, aveva chiesto due anni e mezzo di inibizione e un’ammenda di 50.000 euro per i rapporti -non consentiti- intercorsi tra Andrea Agnelli e gli ultrà. Chieste, inoltre, due gare a porte chiuse e la chiusura della Curva Sud per un’ulteriore gara, oltre al pagamento di un’ammenda di 300.000 euro.

La sentenza del Tribunale nazionale della Federcalcio è arrivata: un anno di inibizione per il presidente della Juventus e ammenda di 300 mila euro per il club bianconero.

Alleggerita, dunque, la pena rispetto alla richiesta iniziale e nessuna ripercussione sui tifosi che non vedranno chiudersi lo stadio ma cosa comporta questo anno di inibizione?

Per il codice di giustizia sportiva (art. 19), l’inibizione temporanea non comporta la decadenza dalla carica ma:

  • il divieto di rappresentare la società in attività rilevanti per l’ordinamento sportivo nazionale e internazionale;
  • il divieto di partecipare a qualsiasi attività di organi federali;
  • il divieto di accesso agli spogliatoi, in occasione di manifestazioni o gare calcistiche, anche amichevoli, nell’ambito della Figc, con eventuale richiesta di estensione in Uefa e Fifa;
  • il divieto a partecipare a riunioni con tesserati Figc o con agenti di calciatori. 

La vicenda, però, non finirà qui: entrambe le parti hanno dichiarato che sarà presentato ricorso.

Caterina Autiero