Aggressione Cox, al via il processo per avere giustizia

Oggi inizierà il processo presso la Preston Crown Court contro uno dei tifosi che hanno preso parte all'aggressione di Sean Cox, rimasto paralizzato dopo l’aggressione

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Una partita di calcio è sempre una festa, qualunque sia il risultato perché in campo scendono 22 uomini che lottano e si divertono, regalando emozioni ai tifosi allo stadio e a chi li segue da casa.
È bello vedere le coreografie sugli spalti e fuori dallo stadio, un turbinio di colori, sciarpe e bandiere di questa o quella squadra, tranne quando questa atmosfera magica si trasforma in un campo di battaglia.
Gli episodi di violenza prima delle partite sono molto frequenti perché alcuni tifosi (se così si possono chiamare) hanno una concezione distorta del vero calcio e non sanno cosa sia il vero tifo, quello fatto di canti, di pianti, di abbracci tra tifosi e anche di sfottò, tutto quello  che rende bello questo sport.
Ed ecco che questi sostenitori si trasformano in bestie, capaci di dare sfogo a tutta la loro rabbia per una vita che forse non li soddisfa e in questi casi succedono vere e proprie disgrazie.

Foto di: www.giallorossi.net

Come quella di Sean Cox, tifoso dei Reds, aggredito lo scorso 24 aprile a Liverpool da parte di alcuni ultrà della Roma, prima della partita dei giallorossi all’Anfield Road, valida per la semifinale d’andata di Champions League.

L’8 ottobre è iniziato il processo presso la Preston Crown Court contro Filippo Lombardi, uno dei tifosi che hanno preso parte all’aggressione, dove era presente la moglie di Sean, rimasto paralizzato dopo quell’episodio.

Parole di dolore quelle della signora Cox, rilasciate al quotidiano Indipendent:

Mio marito non tornerà più come prima…
è una tragedia che ci ha sconvolto la vita.

Vede doppio, a volte triplo, non riesce a parlare ma capisce tutto.
Ha la parte destra del corpo paralizzata.

L’aggressione è stata una catastrofe che ha cambiato la vita per tutti.
Andrò al processo, voglio vederlo in faccia“.

L’altro tifoso coinvolto è Daniele Sciusco, 29enne, che è già stato condannato a due anni e mezzo per aver preso parte agli scontri.

Secondo il giudice che l’ha condannato:

“Le sue azioni e quelle del suo gruppo hanno macchiato in modo significativo quella che doveva essere una piacevole serata di sport, sono state uno schiaffo all’ospitalità che ha da sempre caratterizzato i tifosi del Liverpool e sono una macchia per la reputazione dei tifosi italiani e del calcio italiano”.

Stando alle ultime notizie rilasciate dalla polizia di Liverpool, le autorità inglesi hanno arrestato a Roma un terzo tifoso, un trentenne accusato di aver preso parte alla colluttazione dello scorso 24 aprile contro Sean Cox.

Foto di:www.globalist.it

A questo punto potremo fare delle riflessioni su questa vicenda, ma una cosa è certa: per il povero Sean la vita non sarà più la stessa…per colpa di tre delinquenti, perché solo così’ si possono chiamare persone che credono di poter giocare con la vita degli altri.

Questi atteggiamenti sono da condannare perché la violenza non è accettabile in nessun ambito della vita, neanche quando si è arrabbiati, figuriamoci per una partita di calcio.
Non possiamo tornare indietro, non possiamo aiutare la famiglia Cox, ma possiamo almeno sperare che certe vicende insegnino, perché la vita è un dono prezioso da preservare in qualunque modo, in qualunque ambito, in qualunque luogo.

 

Barbara Roviello Ghiringhelli