Dopo “Ciccio” Corapi e Alessandro Lucarelli, sta per salutare Parma, salvo imprevisti, l’ultimo protagonista della cavalcata dalla D alla A: Yves “Maestro” Baraye.
Dopo tre stagioni da protagonista – 30 reti in 90 presenze-, è stato messo fuori rosa in questo ritorno in serie maggiore.
Andiamo a rivivere la sua vita e la “storia d’amore” con il Parma.
Nasce il 22 Giugno del 1992 in Senegal e cresce in uno dei quartieri più pericolosi di Dakar. Inizia a giocare a calcio per divertimento per le strade della capitale ed è proprio qui che viene notato da un osservatore di una famosa scuola calcio locale, “Alpha Bet Foot”.
All’età di 15 anni lascia casa per la sua prima vera grande occasione, le giovanili del O. Marsiglia.
Ed è proprio in Francia che conosce il calcio che conta e che si innamora di Zidane. Al ritorno a casa, la mamma gli regala la maglietta del suo idolo.
Costanzi e Santori conoscono Yves e si innamorano quando giocava nelle giovanili del club francese ma, per problemi burocratici ed economici non si “accasa” con i clivensi.
Approda successivamente a Udine, ma non arriva mai in prima squadra.
Nel 2011 avviene il suo trasferimento a Lumezzane e, in due stagioni, realizza otto reti in 62 presenze.
A fine Agosto 2013 avviene la sua cessione al Chievo che lo gira subito in prestito allo Juve Stabia di Mister Braglia, formazione che all’epoca militava in cadetteria. Esordisce il 26 Ottobre, ma nella settimana successiva arriva la prima rete in B con il Varese. Colleziona due reti in 19 presenze.
Nella sessione estiva del 2014 viene girato nuovamente in prestito alla Torres, club che militava in Lega Pro. A fine stagione sono solo tre le reti realizzate in 36 presenze.
Nell’estate del 2015, Galassi e Minotti fanno la “guerra” al Chievo per averlo e, in più occasioni, hanno anche rischiato che rimanesse a Verona, complice la difficoltà di trovare la formula giusta per acquistarlo e tesserarlo.
Dopo aver conquistato i due dirigenti, conquista anche Gigi Apolloni con il suo modo di fare: timido, silenzioso e schivo.
Nonostante le mille difficoltà, il Parma riesce a tesserarlo con un leggero ritardo ed esordisce con la maglia crociata in trasferta con la Fortis Juventus. Sono bastati solo 180 secondi per far capire quanto valesse e quanta voglia avesse di rimettersi in gioco dopo un periodo no.
È il 14 Febbraio. Parma-Ribelle. Dopo l’ammonizione per simulazione, il numero 10 crociato sblocca la gara con una mezza rovesciata ed esulta indossando un passamontagna gialloblu, esultanza che gli è costata cara vista l’espulsione per somma di ammonizione…
… In occasione di Imolese-Parma, circa due mesi dopo, segna la sua ventesima rete in maglia crociata e questa volta esulta alzando fino al petto la maglia da gioco e facendo intravedere una T-shirt donatagli dagli “Scarrozzati”, gruppo teatrale di ragazzi con disabilità. Il gesto di Barayè non ha però intenerito l’arbitro Capezzi, che ha sanzionato il giocatore con l’ammonizione.
Le sue venti reti lo rendono protagonista del ritorno del Parma tra i professionisti.
In Lega Pro vive una doppia vita.
A inizio stagione fatica a trovare un posto da titolare, complice l’abbondanza nel reparto offensivo e il nuovo ruolo creatogli di Gigi Apolloni. Dopo la rivoluzione tecnica, Baraye rinasce e il primo trionfo di Roberto D’Aversa sulla panchina del Parma porta la sua firma.
Ma questo è solo il primo degli otto gol realizzati in questa stagione.
Nel girone di ritorno gonfia la rete di Venezia, Sambenedettese, Forlì, Padova e Reggiana. Ebbene si, è stato lui a segnare anche nella gara di ritorno.
Ma, nonostante tutto, il Parma deve disputare i play off. Segna nella gara casalinga con il Piacenza e in trasferta a Lucca, ma a Firenze la gioia del gol gli vien negata in entrambe le partite.
Nonostante l’inizio di stagione non facile, Yves riesce a conquistarsi un posto non solo tra i titolari, ma a essere nuovamente protagonista di questo successo.
Dopo due stagioni da protagonista, la storia d’amore tra Baraye e il Parma subisce un leggero stop.
La Serie B non è facile come si pensava e trova sempre meno spazio.
Per il senegalese solo una rete in 28 presenze.
È l’inizio della fine…
In estate poche richieste e quelle che arrivano non lo soddisfano.
Sogna la Serie A, come tutti i calciatori. E sogna di essere il simbolo della rinascita di questo Parma.
Rimane a Parma ma non rientra nei piani tecnici. Finisce fuori lista così come altri tre compagni: Carriero, Dezi e Munari.
Per lui nemmeno la possibilità di fare 1′ con la maglia crociata in A, occasione che in parte meriterebbe visto tutto quello fatto negli anni precedenti.
Parma è stata e rimarrà una tappa importante.
Qui ha trovato tre cose fondamentali per un attaccante: continuità, fiducia e i gol. Ma, in queste stagioni, è maturato molto.
Dopo tre lunghi anni, questa storia sembra destinata a finire . E il classe ’92 potrebbe in questa sessione di mercato salutare la città.
“Addio è una parola troppo grossa così ti dirò solo arrivederci” diceva Bob Dylan e io la voglio dire a Baraye. Nessuno potrà mai dimenticare ciò che ha fatto: l’esultanza con il passamontagna, i venti gol in D e i gol nei due derby, ma soprattutto la velocità e la generosità in campo, qualità che pochi attaccanti hanno.
In bocca al lupo “Maestro”!
Aurora Levati