Il calcio mercato è iniziato da pochissimo, sono solo le prime battute, e fino al termine, previsto per l’1 settembre, ne sentiremo e vedremo tante. Dopo il valzer delle panchine già iniziano a circolare i primi nomi. I tifosi oscillano tra il timore di perdere i propri beniamini e la speranza dell’acquisto di un campione che possa garantire il salto di qualità. Ma i club, che si muovono con programmazione, prima di pensare a ricostruire e rinforzare devono prima risolvere le comproprietà. Si, perché, da quest’anno il calcio mercato cambia: in un’assemblea tenutasi il 27 maggio 2014, il consiglio federale della FIGC aveva approvato una norma che abolisce le compartecipazioni, chiamate spesso “comproprietà”.
Una pratica tutta italiana che permetteva a due società di condividere gli «effetti patrimoniali conseguenti alla titolarità del contratto», insomma, formalmente, un giocatore era posseduto da due squadre. Il calcio (mercato) italiano , così, si adegua alla volontà dell’Uefa e a quanto hanno già fatto Inghilterra e Francia.
Insomma, entro questa sessione di mercato, per la precisione entro il 30 giugno (data limite fissata) si dovranno risolvere le questioni rimaste in sospeso. Molte sono le società coinvolte, molti i calciatori il cui destino è in bilico. Ecco perché le società della nostra serie A in queste settimane lavoreranno alle comproprietà per poi potersi gettare nella mischia della compravendita.
Le più impegnate saranno la Juventus con ben 16 nodi da sciogliere. Stessa cosa per il Parma che, però , in caso di fallimento, perderebbe a zero tutti i suoi giocatori. Tanto lavoro anche per Roma e Genoa che hanno 7 compartecipazioni da risolvere. Sono ben 80 i calciatori coinvolti (dalla Serie A alla Lega Pro). Tra questi molti campioni che stimolano le fantasie di mercato di numerosi club: da Berardi a Jorginho, da Radja Nainggolan a Bertolacci, da Andujar a Defrel, ma anche tantissimi altri giovani di prospettiva.
Una situazione che porterà all’uso sempre più ampio dei prestiti con diritto (o obbligo di riscatto) o forse anche in Italia adotteremo “la recompra” quel che è certo è che l’era delle compartecipazioni sta volgendo a termine: addio care vecchie buste.
Caterina Autiero