La Juventus esce dal Vigorito con un solo punto, con Morata espulso e con l’ennesima prestazione scialba, incolore, abulica.
Quasi viene da ridere ripensando alle parole di Agnelli che parlava di rinnovato entusiasmo quando personalmente ha sollevato Maurizio Sarri dal suo incarico di guida tecnica per affidarlo a Andrea Pirlo.
Ed eccoci al punto.
Con tutte le attenuanti del caso, oggi – come lo stesso Pirlo ha sottolineato – il tempo degli esperimenti è terminato.
Alla fine degli esperimenti c’è una squadra che quasi fa tenerezza, che non ha più cinismo né certezze, che non riesce a creare collante tra vecchi e giovani.
Una squadra che con un po’ di pressione crolla, anche quella ruspante del Benevento la scioglie come neve al sole.
Tali e tanti i problemi di questa compagine che non si può pensare che il tecnico, inesperto, immaturo e oltremodo presuntuoso nel continuare su una linea tattica che la squadra – evidentemente! – non comprende, possa rimediare a essi.
Se l’arrivo di Maurizio Sarri è stato osé – il toscano ha pagato tutte le conseguenze pur avendo fatto vedere cose buone -, la nomina di Andrea Pirlo è un azzardo che cresce di partita in partita.
Quando regna così tanta confusione in campo, quando costantemente c’è la sensazione che i giocatori non sappiano cosa fare, la responsabilità non può essere dei singoli. È piuttosto vero il contrario, che incertezza e incomprensione alimentino gli errori sul rettangolo di gioco.
Questo è quanto possiamo dire della Juventus di oggi.
La strada di questa stagione è tutta, faticosamente, in salita.
Speriamo che Agnelli non abbia a pentirsene troppo.