Il 7 maggio 1881 ad Edimburgo si giocò la prima partita ufficiale tra due squadre di donne: nacque il calcio femminile!
Battesimo sigillato dalla Scozia e dall’Inghilterra.
Stando a quanto riportato dal “Glasgow Herald”, le formazioni erano composte da donne fra i 18 e i 24 anni.
Numerosi furono gli spettatori incuriositi.
L’incontro terminò con la vittoria per 3-0 delle scozzesi e gol firmati da Lily St. Clair, Louise Cole ed Emma Wright.
Il 16 maggio, a Glasgow, le due compagini del gentilsesso si sfidarono nuovamente ma la gara fu interrotta a causa di una rissa sugli spalti e un’invasione di campo.
Un centinaio di spettatori strattonarono le giocatrici
che dovettero rifugiarsi nel bus.
Seguirono, nei mesi successivi, altri sei incontri, vinti tutti dalle scozzesi.
Gli articoli dei giornali dell’epoca mostravano tutti i segni della società misogina dell’epoca e l’attenzione del pubblico era frutto della curiosità di vedere quelle donne che nell’immaginario collettivo erano adatte solo a indossare corsetti e tacchi, in tenuta sportiva…
“Alla discriminazione sessuale – che faceva sì che, in quanto donne, la loro attività sportiva fosse osteggiata – si aggiungeva la discriminazione sociale”
Questo è quanto emerge dal libro di Enrico Martines “Play the game! Come gli inglesi inventarono lo sport moderno”.
Discriminazioni e pregiudizi che, nel corso degli anni, sono stati scardinati tanto che possiamo, oggi, registrare affluenza negli impianti e alle manifestazioni che vedono le donne protagoniste di quel mondo alfa, anzi no, dimostrando che uno sport, di conseguenza anche il calcio, non ha sesso!
23 marzo 1895, la prima volta del calcio femminile. Nettie Honeyball la pioniera