Signorini e quella battaglia vissuta con estrema dignità
Era il 6 novembre del 2002 quando moriva Gianluca Signorini all’età di 42 anni. Bandiera e Capitano del Genoa, dove ha giocato dal 1988 al 1995, ha collezionato con la maglia del Grifone 207 presenze e 5 gol.
«Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso. Vorrei urlare con voi canti di gioia, ma non posso. Vorrei che questo fosse un sogno dal quale svegliarmi felice, ma non lo è. Vorrei che la mia vita riprendesse da dove si è fermata.»
Queste sono le parole di Gianluca Signorini, che ha combattuto contro tutte le su forze contro un mostro chiamato SLA (sclerosi laterale amiotrofica), malattia neurodegenerativa che compromette progressivamente i movimenti della muscolatura volontaria fino ad arrivare ai muscoli respiratori e purtroppo alla morte.
Signorini ha giocato in molte squadre importanti: Livorno, Parma, Roma, Genoa e Pisa. Ha collezionato in totale 516 presenze con le squadre italiane. Dopo il ritiro dal calcio giocato, ha intrapreso la carriera da Direttore Sportivo nel Pisa e anche di vice allenatore di Mannini nel Pisa nel 1998; infine come responsabile del settore giovanile nel Livorno. Durante la sua avventura dirigenziale, nel 1999, scopre la sua malattia.
(foto maglia rossonera)
Il 24 maggio del 2001, allo Stadio Ferraris di Genova, venne organizzata una serata in suo onore per raccogliere fondi destinati alla ricerca sulla SLA. Lo stadio risultò sold out e Signorini arrivò sul campo in sedia a rotelle con la sua intera famiglia: sua moglie e i suoi quattro figli.
(foto sky sport)
In suo onore, il Genoa ha deciso di ritirare ufficialmente la maglia ‘6’, indossata dal Capitano. Successivamente gli sono stati intitolati il campo di allenamento della società rossoblù e la gradinata dello Stadio Arena Garibaldi “Romeo Anconetani” di Pisa.
Quella allo stadio Ferraris è stata la sua ultima apparizione prima di morire a novembre dell’anno successivo.
Raffaella De Macina