La maglia azzurra, una corsa impazzita, un volto incredulo, un grido, la gioia immensa dopo un gol (bello e importante, contro la Germania, nel Mondiale ’82): questa è l’immagine, storica, tramandata di generazioni in generazioni, di Marco Tardelli.
Così lo ricorda chi quel torneo lo ha vissuto da tifoso e non; così è stato conosciuto dalle generazioni postume.
“Dopo che segnai, tutta la vita mi passò davanti . La stessa sensazione che, si dice, si ha quando stai per morire. La gioia di segnare in una finale di Coppa del Mondo fu immensa, qualcosa che sognavo da bambino, e la mia esultanza fu una sorta di liberazione per aver realizzato quel sogno. Sono nato con quel grido dentro di me, e quello fu l’esatto momento in cui venne fuori…”
“L’urlo di Tardelli” è così passato alla storia e lui è divenuto uno delle maggiori icone sportive di sempre.
“Io spero di non dover passare alla storia di quel Mondiale solo per un gol ed una corsa, penso d’aver combinato anche qualcos’altro. Comunque non me ne vergogno: era una cosa vera, verissima, mia e nostra.
Ed è stato il gol più importante che io abbia mai segnato“.
Di fatto, Tardelli, all’epoca forse non era ancora un’icona ma di certo era già considerato un giocatore talentuoso.
Un po’ mediano un po’ regista.
Grintoso, duttile, moderno.
Una “Scheggia” (così era soprannominato) dai piedi buoni.
Dal 1975 vestiva la maglia bianconera e l’ha indossata per dieci stagioni : 375 presenze, 51 gol, conditi da 5 Scudetti, 2 Coppe Italia, una Coppa Uefa ed una Coppa dei Campioni che, come più volte dichiarato lo stesso Tardelli, non sente sua per via della tragedia successa prima della partita (si tratta della terribile vittoria contro il Liverpool all’Heysel).
Si trattò anche della sua ultima apparizione in bianconero prima di trasferirsi all’Inter dove rimase due stagioni prima di accasarsi al San Gallo in Svizzera (1987/88) dove al termine della stagione chiuderà la sua carriera.
Una storia iniziata molti anni prima a Careggine, un paesino della provincia di Lucca, dove il 24 settembre del 1954 nasceva colui che sarebbe diventato poi, un simbolo, una leggenda.