24 Maggio 1999, la Strage della Galleria Santa Lucia

Trasferta maledetta per quattro giovani che non hanno fatto più ritorno a casa: ripercorriamo insieme quel maledetto 24 maggio 1999

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commemorazione 24 maggio 1999

Galleria Santa Lucia, una strage che si poteva evitare

Era il 24 Maggio del 1999 e quel giorno era in programma la sfida salvezza Piacenza-Salernitana nella quale i campani si giocavano la permanenza in Serie A.

La partita finì in pareggio decretando così la retrocessione della Salernitana in Serie B.

Dopo la partita ci furono duri scontri fra le tifoserie ed i calciatori.
Per cercare di calmare gli animi, le forze dell’ordine guidarono i 1500 tifosi della Salernitana fino alla stazione di Piacenza dove era stato predisposto il treno speciale numero 1681 che avrebbe riportato direttamente a Salerno i tifosi campani.
Il treno partì verso le 23.00, tre ore dopo l’orario stabilito, per diversi disordini che avvennero all’interno delle carrozze. Una volta partiti, gli animi certo non si calmarono: vennero scardinati ed esauriti tutti gli estintori, rotti i finestrini, sedili strappati. Furono azionati più volte senza una reale emergenza i freni a mano che portarono più volte il treno a fermarsi.
All’ altezza della stazione di Bologna la situazione diventò più critica in quanto dei facinorosi si rifornirono di pietre lanciate lungo il percorso,  provocando danni ad abitazioni e veicoli che si trovavano in prossimità delle stazioni di Firenze, Roma e Napoli.
Scene di follia in un treno che oramai transitava fuori da ogni controllo.
Prima della stazione di Salerno, precisamente a Nocera, i tifosi avrebbero tirato il freno e sarebbero scesi dal convoglio per scontrarsi contro la tifoseria rivale del Nocerina, lanciando poi ancora altri sassi contro un treno fermo.

Appena il treno giunse nella Galleria Santa Lucia che collega Nocera Inferiore con Salerno, venne appiccato un incendio nel vagone numero 5 che si propagò molto rapidamente.

A causa dei freni a mano serrati i macchinisti non riuscirono a far uscire tutto il treno dalla galleria che rimase così per metà al suo interno.
Molti facinorosi e tifosi riuscirono a saltare dai finestrini prima che l’incendio divampasse.
Intervennero infine i Vigili del Fuoco che con molta difficoltà riuscirono a spegnere l’incendio recuperando quattro salme e salvando circa 20 persone ferite ed intossicate ricoverate poi in gravi condizioni.
Persero la vita 4 ragazzi, i cugini Vincenzo Lioi di 15 anni e Ciro Alfieri di 16 anni, Giuseppe Diodato di 23 anni e Simone Vitale di 21 anni noto in città perché giocatore della squadra di Pallanuoto della Rari Nantes e figlio del giornalista della Gazzetta dello Sport, Giovanni Vitale, corrispondente da Salerno.
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immagine-fonte: U.S. Salernitana profilo ufficiale Instagram
Le indagini si basarono sul sospetto che i 22 focolai furono appiccati nel convoglio per creare un diversivo atto ad impedire l’arresto dei più violenti una volta che il treno fosse arrivato nella stazione di Salerno.
I responsabili furono condannati ad 8 anni di reclusione.
Assolti invece la funzionaria di turno FS e l’ispettore della Polfer.
Sicuramente una delle più brutte immagini dello sport, da quel triste giorno infatti furono sospesi a tempo indeterminato i treni speciali organizzati dalle Ferrovie dello Stato dedicati alle trasferte organizzate.
A ricordo delle vittime, l’anno scorso la Società US Salernitana ha intitolato la Sala Stampa ed i 3 campi di allenamento ai 4 ragazzi che hanno perso la vita quel maledetto 24 maggio 1999: Ciro Alfieri, Vincenzo Lioi, Giuseppe Diodato e Simone Vitale.
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immagine-fonte: U.S. Salernitana profilo ufficiale Instagram
Ilaria Ianni’