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Il 2023 del Milan: dal ritorno nell’Europa che conta alla voglia di tornare a vincere

Il club rossonero ha concluso un'annata particolare, in cui è arrivato fino alle semifinali di Champions contro l'Inter e quarto in campionato. Il tutto passando attraverso la perdita del più famoso dei milanisti: Silvio Berlusconi

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Milan 2023
Foto sito ufficiale AC Milan

Il Milan ha concluso un’annata particolare, in cui è arrivata fino alle semifinali di Champions contro l’Inter e quarta in campionato. Il tutto passando attraverso la perdita del più famoso dei milanisti: Silvio Berlusconi

Il 2023 sarà per molti tifosi rossoneri, ricordato come un anno sorprendente sotto tanti punti di vista.
Arrivati quarti in campionato e quindi ammessi alla Champions League 2023/2024, i diavoli hanno vissuto certamente il momento più alto della stagione, disputando la storica doppia semifinale di Champions contro gli eterni rivali nerazzurri.
Il Milan ne è uscito sconfitto ma ha saputo dimostrare a pieno titolo di essere ritornata tra le più grandi del calcio europeo.
Giusto qualche numero a corredo dell’annata appena conclusa:
– Serie A: 41 partite. Gol fatti 67, gol subiti 48
21 vittorie, 10 pareggi, 10 sconfitte
– Coppa Italia: 1 partita. Gol subiti 1
1 sconfitta
– Super Coppa Italia: partita. Gol subiti 3
1 sconfitta
– Champions League: 12 partite. Gol fatti 8, gol subiti 12
4 vittorie, 4 pareggi, 4 sconfitte
Totale: 54 partite. Gol fatti 79, gol subiti 64
25 vittorie,14 pareggi, 16 sconfitte.

Al di là dei numeri, quello che ha fatto la differenza è stato certamente il fatto di essere una squadra sostanzialmente giovane, guidata in panca dal guardingo Pioli e trascinata in campo dal sempreverde Olivier Giroud e, fino a poco prima dell’estate, dalla presenza meravigliosamente ingombrante di Zlatan Ibrahimović. Una squadra che ha trovato in Mike Maignan la saracinesca più affidabile della Serie A, in Theo Hernández un muro invalicabile in difesa, in Rafa Leão un cecchino implacabile dinanzi alla porta.
Giovani, motivati, fieri.

Calciatori capaci di trascinare un gruppo fino al sogno più grande della finale di Champions e di consolidare la propria presenza sui gradini più alti del podio della Serie A, al netto dei fisiologici alti e bassi che in un’annata calcistica sono più che mai presenti.

Il tutto nell’anno in cui tutto il popolo rossonero ha detto addio al presidente presidenti, quello più visionario, il più sognatore, il più vincente: Silvio Berlusconi. E il Milan, nel giorno del lungo addio, non ha fatto mancare la sua presenza, tra tifosi, striscioni, cori e la partecipazione di tantissimi personaggi che, sul campo e non, hanno contribuito a rendere leggenda quel Milan invincibile.

Un anno da ricordare allora. Forse si, se non fosse stato per i tanti infortuni, per la doppia sconfitta in semifinale contro gli avversari di sempre.

In ogni caso, un anno da mettere in bacheca e rimirare alla bisogna, per non dimenticare chi è stato, chi e chi potrà tornare ad essere, il Milan.

Simona Cannaò

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