Il bilancio del 2017 in casa della Fiorentina non è stato dei migliori, tra il mancato piazzamento per l’Europa League e le cessioni di pilastri della squadra, ci sono state più delusioni che sorrisi per i propri tifosi
Per la Fiorentina non è stato un buon 2017. L’anno viola è iniziato nel segno delle eliminazioni. A fine gennaio, termina l’avventura in Coppa Italia perdendo ai quarti di finale contro il Napoli, mentre, a febbraio, durante i sedicesimi di finale di Europa League è incappata in un vero e proprio harakiri: contro il Borussia M’Gladbach, in vantaggio per 2-0, ha subito in un quarto d’ora ben 4 gol, mettendo fine a quanto di buono fatto fino a quel momento.
La crisi si riversa anche in campionato e, a maggio, nella penultima partita di campionato, la squadra viola, dopo cinque partecipazioni consecutive, è ufficialmente fuori dai piazzamenti utili per le coppe europee: chiude, infatti la stagione all’ottavo posto in classifica.
Non sarà l’estate, contrassegnata dal calciomercato, a portare sorrisi. La squadra vive una vera e propria rivoluzione. Cambia la guida tecnica, da Paulo Sosa a Stefano Pioli – già calciatore viola tra il 1989 e il 1995- e il club è costretto a cessioni illustri. Parte verso Torino Federico Bernardeschi: il pupillo dei tifosi, cresciuto nel vivaio viola, vestirà la maglia degli acerrimi rivali della Juventus; Vecino e Borja Valero lasciano Firenze per vestire la maglia dell’Inter; ma il mercato estivo e l’umore viola sono rappresentati alla perfezione dalle lacrime del capitano Gonzalo Rodriguez: dopo cinque stagioni da leader, l’argentino lascia, da svincolato, Firenze a causa di dissapori con la società.
Per “coccolare” i propri tifosi la società ha deciso di innovare le divise della squadra: in collaborazione con lo sponsor tecnico “Le Coq Sportif” ha fatto produrre quattro maglie da trasferta ispirate ai colori dei quattro quartieri in cui si gioca a calcio a Firenze: Santo Spirito (maglia bianca), Santa Maria Novella (maglia rossa), Santa Croce (maglia azzurra) e San Giovanni (maglia verde).
Raffaella De Macina