La corsa imperterrita della zebra continua irrefrenabile verso il quinto scudetto consecutivo e, nonostante lo stop a Bologna, la pressione del Bayern, la Juve esce a testa alta dallo Stadium con 4 punti di stacco dal Napoli che stasera non potrà sbagliare. L’Inter, per contro, non frena affatto e continua lo scivolone verso il basso, sprofondando nello strapiombo. La Champions si allontana sempre di più.
Niente che non ci si potesse aspettare quanto accaduto allo Stadium, almeno in fatto di risultato. Non stupisce la vittoria bianconera; a stupire, piuttosto, è la prestazione dei milanesi in campo: Svogliati, timorosi, inconcludenti, lenti e per niente propositivi. Ben lungi dall’impensierire Buffon, la squadra di Mancini, rea di poca concentrazione e cinismo, sorbisce un “Wanted” nell’area avversaria e bisogna aspettare il 90’ per vedere un vero e proprio tiro in porta.
Entrambe scendono in campo con il 3-5-2 rispettivamente con le coppie d’attacco Dybala – Mandzukic e Icardi – Palacio diadi, entrambe, non produttive nella realizzazione del gol, gol che invece arriva su concretizzazione di Bonucci e Morata subentrato a Dybala a dieci dalla fine.
Ci pensa l’ex nerazzurro Hernanes al 4’ a far tremare i 2500 nerazzurri presenti allo Stadium colpendo una traversa dai trenta metri. Furia bianconera, in 13 minuti di gioco tre palle gol e un’Inter che con fatica riesce a contenere; soltanto al 30’ fa sobbalzare gli animi quando però, Icardi colpisce malissimo sprecando un’occasione sotto porta. Si chiude a reti inviolate la prima fazione di gioco.
Non fanno in tempo a tornare in campo che D’Ambrosio pasticcia la buona prestazione fatta fino a quel momento e sul calcio di punizione del “Picciriddu”, di testa serve un assist perfetto, una pennellata morbida e generosa su Bonucci che al volo “Affossa” Handanovic: 1-0 Juve. Infortunio per l’Inter e Ljajic al posto di Medel non risolve la situazione, il serbo tira dai 30 metri al 65’ ma la palla è sul fondo.
All’80’ fuori Dybala, dentro Morata e la Vecchia signora, sempre più innaMORATA, raddoppia due minuti dopo, quando, Miranda atterra lo spagnolo che dagli undici metri spiazza di forza Handanovic.
Fuori Icardi per Eder, provvidenziale ma non troppo, tenta di accorciare le distanze e dopo esser stato servito da Ljajic prova il gol ma viene fermato da Buffon.
Finisce così 2-0 allo Stadium tra la serenità di Allegri e il dissenso, l’amarezza e la rabbia di Ausilio che sostituisce Mancini ai microfoni che, con toni forti, rimprovera alla squadra novanta minuti di gioco, o meglio… due mesi di gioco.
“Il modulo? C’entra poco, molto di più contano lo spirito, l’atteggiamento e la personalità. Oggi c’erano degli uno contro uno e qualche duello avremmo dovuto vincerlo. Manca il regista? Le cose fatte sul mercato a gennaio sono state concordate. Non ci sono molti giocatori di questo tipo in giro, o se ci sono non vengono ceduti a cifre accessibili. Abbiamo individuato l’attaccante in Eder e l’abbiamo acquistato. Non è che oggi con un regista avremmo vinto la partita. L’abbiamo persa per come siamo entrati in campo, non è ammissibile per giocatori che indossano questa maglia.
La classifica si commenta da sola. Non so quante altre squadre siano riuscite in così poco tempo a perdere tanti punti come noi. Poi è chiaro che con la Juve puoi perdere, i punti che pesano sono altri”.
La classifica si commenta da sola: In due mesi la squadra di Mancini ha perso 16 punti dalla Juve, 10 dal Napoli, 9 dalla Roma, 7 dal Milan e 5 dalla Fiorentina. Collezionati 9 punti in 8 gare, si piazza dietro Verona e Carpi, ultima e penultima in classifica.
Notte di festa per la Juve che vola a +4 dal Napoli (questa sera in campo contro la Fiorentina) e festeggia un nuovo record per Gianluigi Buffon che raggiunge i 746 minuti di imbattibilità in serie A.
Egle Patanè