1 Agosto 1926, non una data qualunque per i tifosi partenopei
Tutto ha avuto inizio con un giovanissimo imprenditore tessile, Giorgio Ascarelli, il quale fondò il Calcio Napoli e che ne diventava il primo presidente di quella che, dopo tanti cambiamenti, è divenuta nel tempo la Società Sportiva Calcio Napoli.
La fondazione dell’Associazione Calcio Napoli avvenne il 25 agosto 1926 (sebbene la data venga tradizionalmente anticipata al 1º agosto) con un cambio di denominazione dell’Internaples (club sorto a sua volta nel 1922 come frutto della fusione di altre due compagini, il Naples Foot-Ball Club e l’Unione Sportiva Internazionale Napoli).
La maglia, invece dei colori giallorossi comunali, diventò azzurra come il colore del cielo e del mare.
Quel primo Napoli partecipò al girone A della Divisione nazionale: su dieci squadre in lizza, gli azzurri si piazzarono ultimi senza vincere una gara.
Col girone unico del 1929-30 il Napoli guidato dall’allenatore con la pipa William Garbutt, si piazzò alle spalle dei maggiori club del tempo.
Quella di Ascarelli fu una vera scelta di cuore: costruire il primo stadio, il suo stadio, nel rione Luzzati. La struttura gli fu intitolata dopo la sua scomparsa, che avvenne pochi giorni dopo l’inaugurazione e la consacrazione di un sogno.
Il campo Ascarelli ebbe vita breve però, distrutto circa un decennio dopo durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Il Napoli, quindi, prima si è trasferito a giocare al Collana, al Vomero mentre, dal 1959 gioca al San Paolo, quello che ora è un posto sacro per i tifosi azzurri.
Nonostante non sia tra le migliori strutture sportive esteticamente e per accoglienza, pian piano, nel tempo si è trasformato come quando nel ’90, in occasione dei Mondiali, venne costruita la copertura o come accaduto per le recenti Universiadi con la ristrutturazione dei bagni e dei posti a sedere (sradicando gli storici sediolini rossi – ormai sbiaditi – e sostituendoli con un variegato di tonalità blu, azzurre, bianche e perché no, anche un po’ di giallo).
La Seconda Guerra Mondiale coincise con un momento di decadenza anche degli azzurri, che collezionarono retrocessioni ed insuccessi fino i primi anni ’50, culminati con l’arrivo in squadra di veri fuoriclasse quali Pesaola, Vinicio e Jepsson e l’acquisto del club da parte di Achille Lauro.
Nonostante i rinforzi il Napoli non andò oltre il quarto posto del 1952-1953 e del 1957-1958.
Tornato in Serie B nel 1961, il Napoli venne affidato a Bruno Pesaola, il quale riportò gli azzurri in massima serie e vincendo anche il primo trofeo della storia del club, la Coppa Italia 1961-1962, divenenne l’unica società a vincere il trofeo non militando in massima divisione.
Il 25 giugno 1964 il club assunse la denominazione di Società Sportiva Calcio Napoli, diventando una società per azioni.
La presidenza passò a Roberto Fiore, con Lauro che restò tra i soci del club.
Il 18 gennaio 1969 la società, sull’orlo del dissesto finanziario, passa nelle mani di Corrado Ferlaino, che avvia la più longeva e vincente presidenza della storia partenopea.
Con l’acquisto di calciatori come Sergio Clerici, Giuseppe Bruscolotti e Tarcisio Burgnich, il Napoli raggiunse due volte il terzo posto (1971 e 1974) e un secondo posto nel 1975.
Il 30 giugno 1984 avvenne l’acquisto più importante della storia del club, il campione argentino Diego Armando Maradona dal Barcellona.
Nel 1987 il Napoli conquistò il suo primo scudetto e la terza Coppa Italia.
Il club si consolidò ai vertici del calcio italiano con i brasiliani Careca e Alemão; il Napoli arrivò per due volte consecutive secondo (1988 e 1989) e sempre nel 1989 ottenne anche il primo alloro internazionale, la Coppa UEFA, superando nella doppia finale lo Stoccarda.
Nel 1990, con Alberto Bigon allenatore, il club partenopeo conquistò il secondo scudetto, cui fece seguito la vittoria della Supercoppa Italiana.
Nel 1991 con la partenza di Maradona, si chiuse il periodo d’oro della storia azzurra.
Negli anni seguenti il Napoli ottenne discreti risultati, un quarto posto nel 1992 con Claudio Ranieri in panchina e un sesto posto nel 1994, allenatore Marcello Lippi.
La crisi finanziaria costrinse il club a privarsi dei suoi uomini migliori e nel 1998 arrivò la retrocessione in Serie B dopo 33 anni consecutivi di massima serie.
Il club ritornò in Serie A nel 2000, per retrocedere dopo appena un anno.
Dopo gestioni maldestre della squadra con i presidenti Corbelli e Naldi, nell’agosto del 2004 arriva il fallimento e la conseguente perdita del titolo sportivo.
Nelle settimane successive l’imprenditore cinematografico Aurelio De Laurentiis rilevò il titolo sportivo e iscrisse la squadra con la denominazione di Napoli Soccer, al campionato di terza serie.
Soltanto sfiorata nel primo anno, la promozione arrivò nel 2006 sotto la guida di Edoardo Reja. Nel 2007 il club conseguì la meritata promozione in Serie A ritornandovi dopo 6 anni di assenza.
Alla guida della squadra subentrò l’ex CT della Nazionale Roberto Donadoni e successivamente Walter Mazzarri che nel 2011 riportò il club in UEFA Champions League, 21 anni dopo l’ultima partecipazione.
Il 20 maggio 2012 vinse la quarta Coppa Italia, 25 anni dopo l’ultima (battendo in finale la Juventus 2 a 0).
Per la stagione 2013-14 venne ingaggiato come allenatore Rafael Benítez, che conquistò subito un trofeo, consegnando al club la quinta Coppa Italia, grazie alla vittoria per 3-1 in finale contro la Fiorentina.
Nella stagione successiva, il Napoli vinse la seconda Supercoppa italiana battendo la Juventus nella finale di Doha, in Qatar.
Dopo i due anni sotto la guida di Benítez la squadra viene affidata all’ex Empoli Maurizio Sarri che al primo anno, rende il Napoli simbolicamente campione d’inverno (non succedeva dalla stagione 1989-1990) e porta gli azzurri a lottare punto a punto con la capolista Juventus.
Il Napoli è tornato grande tra le grandi d’Italia e per restare tale si affida quindi all’esperto Carlo Ancelotti.
Il Napoli, con alti e bassi, è sempre riuscito a rialzarsi, un po’ come il popolo che lo acclama.
Ora tra le più grandi d’Europa e capace di emozionare ad ogni singolo minuto di partita.
Con te abbiamo gioito, pianto, esultato, ci abbiamo creduto sempre, sostenerti è l’unica cosa che conta, quei colori sono il nostro credo, quel bacio sulla maglia motivo di orgoglio, per questo tutti noi tifosi ti auguriamo BUON COMPLEANNO, NAPOLI!
Valentina Vittoria