Home Eventi e Ricorrenze 16 aprile 1961, uno scontro Juve-Inter che fece cronaca

16 aprile 1961, uno scontro Juve-Inter che fece cronaca

Il 16 aprile 1961 Juventus e Inter giocano (per mezz'ora) quella che sarebbe diventata la partita più contestata della storia

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16 aprile 1961: la sfida scudetto tra Juventus ed Inter viene sospesa per l’immenso afflusso di tifosi.

Ha dell’incredibile quello che accadde il 16 aprile del 1961 quando tutta Torino si preparava ad una grande sfida scudetto.

L’Inter di Herrera è soli quattro punti sotto la Juventus ed è ospite dei bianconeri, che all’epoca giocavano ancora al Comunale.

Un’affluenza tale non si era mai vista, c’è chi racconta che i tifosi accorsi allo stadio fossero seduti anche lungo la pista di atletica e addirittura nei pressi delle panchine.

Il regolamento è molto chiaro a riguardo: se la capienza massima dell’impianto sportivo non viene rispettata, la partita non si può giocare.

L’arbitro Gambarotta dà il via al match per sospenderlo definitivamente dopo la mezz’ora.

La Juventus perde così l’importante sfida a tavolino.

Il clamore scatenatosi dopo la decisione arbitrale è nulla in confronto a quello che succederà i primi di giugno.

Il campionato è quasi agli sgoccioli e il ricorso della Juventus viene accettato: la sfida deve essere ripetuta.

Quando il 10 giugno la partita si recupera il campionato è già stato chiuso, con la Juve che alza la coppa del primo posto.

Le reazioni degli interisti sono furiose, quella di Angelo Moratti in primis tanto che, per protesta, Herrera schiera in campo la Primavera (in cui milita un giovanissimo Sandro Mazzola).

“Il verdetto della Caf, che così ci faceva scivolare a due punti dalla Juventus, lo apprendemmo a Catania, dove andammo in campo col morale sotto i tacchetti e perdemmo per 2-0. Ci sentivamo presi in giro” – queste le parole di Aristide Guarneri, ex difensore interista.

Il risultato riflette perfettamente l’umore nerazzurro: la Juventus segna 9 goal e saluta con un successo il grande Boniperti.

 

Federica Vitali

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