10 motivi per cui Rudi Garcia non ha funzionato a Napoli

Ufficiale l'esonero di Rudi Garcia dalla panchina del Napoli. Scopriamo quali sono stati i 10 motivi del suo insuccesso

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Fonte immagine: profilo ufficiale twitter @sscnapoli https://twitter.com/sscnapoli/status/1670856670434533377/photo/1

“La Società Sportiva Calcio Napoli ha deciso di revocare l’incarico di responsabile tecnico della prima squadra al signor Rudi Garcia. 
A lui e al suo staff il ringraziamento per la collaborazione resa fino a oggi.” 

È così che si apre il comunicato ufficiale della società azzurra, pubblicato sul sito ufficiale. 

Comunicato SSC Napoli – SSC Napoli

Poco dopo, il post sul social X, pubblicato dal presidente partenopeo, Aurelio de Laurentiis:  

(1) AurelioDeLaurentiis su X: “Bentornato Walter!” / X (twitter.com)

Sarà Walter Mazzarri, tecnico toscano che ha già allenato dal 2009 al 2013 la squadra azzurra, a prendere possesso della panchina rimasta scoperta. Una scelta arrivata dopo la scarsa prestazione di domenica 12 novembre, contro l’Empoli: gol di Kovalenko al 91’. 

Rudi Garcia lascia il Napoli dopo 12 giornate di campionato e un bilancio di 6 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte (tutte in casa – contro Lazio, Fiorentina ed Empoli). 

Proviamo a capire quali sono stati i motivi che hanno portato al suo esonero:  

  1. Problemi nella gestione dei giocatori: uno degli aspetti più importanti del ruolo di un allenatore è saper gestire e motivare i giocatori. Cosa che non è certamente accaduta, sulla panchina del Napoli: vedi Kvaratskhelia e Osimhen 
  2. Problemi di comunicazione: Un motivo più che ragionevole sembra essere il problema di comunicazione proprio tra Garcia, giocatori e società. Negli ultimi giorni si era parlato di una riunione tra Garcia, il suo staff, Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui, Anguissa e Zielinski: i cosiddetti “senatori”. Tutto ciò senza, però, giungere ad una conclusione, o quantomeno a un tentativo di smarcamento. 
  3. Decisioni tattiche controproducenti: una serie di scelte tattiche sbagliate può influire negativamente sulle prestazioni della squadra, e in questo caso ce ne sono state di diverse. Il Napoli ha dimostrato di non aver avuto uno schema ben preciso di gioco, lasciando grandi buchi scoperti al momento di perdere il possesso palla. Ha perso compattezza e il tanto acclamato blocco centrale, non riuscendo poi ad essere concreto in area di rigore. 
  4. Incapacità di gestire la pressione esterna: l’ambiente calcistico è spesso caratterizzato da una forte pressione mediatica e dai pareri dei tifosi. È un dato di fatto che dopo un volo tra le stelle dell’Olimpo, la piazza partenopea fosse ben ferma nell’aspettarsi grandi cose, o quantomeno risultati accettabili. Questo non è avvenuto, portando subito malumore tra i tifosi che si è riversato su di lui, aumentando la pressione sul suo operato sulla panchina. 
  5. Poca attenzione alla preparazione fisica: un allenatore di successo deve tenere conto dell’aspetto fisico dei suoi giocatori, adattando gli allenamenti e le preparazioni al fine di massimizzare la resistenza e prevenire infortuni. Complice anche il nuovo preparatore atletico, è stato rilevante il numero di infortuni nel Napoli, per via di problematiche legate ai muscoli. Ben 10 i giocatori azzurri all’inizio del mese di ottobre. 
  6. Scarsa intuizione nell’effettuare sostituzioni: durante una partita, è compito dell’allenatore valutare quando effettuare le sostituzioni e quale giocatore far entrare o uscire. Garcia ha spesso sbagliato i tempi e le modalità delle sostituzioni, affidandosi sempre agli stessi giocatori e non sfruttando le potenzialità di altri. 
  7. Mancanza di carisma e leadership: un allenatore carismatico e dotato di capacità di leadership può ispirare e motivare i suoi giocatori, cosa che non sembra essere nelle sue corde. I giocatori e Garcia sembravano quasi due unità a sé stanti, distanti anni luce dallo stesso obiettivo. 
  8. Scarsa gestione delle partite: un allenatore deve essere in grado di leggere il flusso di una partita e prendere decisioni strategiche nel momento giusto. Oltre a questo, la distanza media percorsa dalla squadra partenopea è di soli 107,820 chilometri. Al penultimo posto nella classifica delle squadre che percorrono di più in Serie A. E poi una gestione sbagliata al momento del pareggio o della vittoria momentanea. Vedi sconfitta con l’Empoli.   
  9. Comunicazione con la dirigenza. Durante l’estate, Aurelio de Laurentiis aveva scelto Garcia su una lista, a detta sua, di 40 candidati. Si era perciò ipotizzato un rapporto di fiducia e un buon prospetto futuro, cosa non avvenuta
  10. Incompatibilità con la filosofia del club: ogni club ha una propria identità e una filosofia di gioco. il tecnico francese abbia cercato di imporre il suo stile di gioco senza tenere conto delle caratteristiche dei giocatori e della storia recente della squadra. Garcia ha privilegiato un calcio più lento, basato sul possesso palla e sulla costruzione dal basso, a discapito della velocità, della verticalità e della pressione alta che avevano contraddistinto il Napoli di Spalletti. Inoltre, Garcia ha fatto scelte discutibili riguardo alla formazione, al modulo e ai cambi, non riuscendo a sfruttare al meglio i talenti a disposizione e a creare un’identità di squadra.

 

 

ROSARIA PICALE