E’ finita 3-2 ieri la partita tra Italia e Polonia di Final Six dei Mondiali: 14-25, 25-21, 18-25, 25-17, 15-11 ma non basta perché gli uomini di Blengini sono fuori dal Mondiale. E’ finita l’avventura azzurra che a tanto così dalla semifinale deve cedere il passo ai polacchi rivelatasi più forti degli azzurri. Proprio i polacchi si scontreranno con gli Usa e il Brasile con la Serbia; saranno queste due le semifinali, in programma per oggi nel capoluogo sabaudo.
Il Brasile primo classificato si scontrerà con la Serbia vincitrice nel match di mercoledì contro gli azzurri quando l’Italia ha subito il primo vero colpo, preludio delle difficoltà successive, difficoltà aumentate quando la Polonia giovedì si è imposta per 3-0 sui serbi.
Il risultato di giovedì è inevitabilmente diventato un ostacolo quasi insormontabile per gli azzurri che per passare avrebbero dovuto vincere con quello stesso risultato, lasciando agli avversari un massimo di sessanta punti e vincere il primo set con almeno quindici punti di scarto.
Malgrado l’eliminazione non sono mancati gli encomi e le lodi all’impresa azzurra, arrivati da parte di tutta una nazione e non solo. Il PalaAlpitour ieri sera era una festa tricolore, a partire dall’inno cantato all’unisono dai 15 mila sugli spalti spalti uniti in un unico canto volto ad incitare un’avventura troppo bella per non essere vissuta a pieno.
Atmosfera spettacolo, vai con l’inno!#ItaliaPolonia #Italvolley 🇮🇹🇵🇱🏐 pic.twitter.com/R2N9fkYj9S
— 𝐒𝐢𝐫 (@Gianluca_Sir) September 28, 2018
A viverla infatti sono stati in molti, anche chi usualmente non è solito seguire la pallavolo. Sì perché come Giannelli ammette dopo la partita, questa per loro era come una finale. E sarà per questo che l’Italia intera si è fatta coinvolgere e travolgere dalla foga e dall’entusiasmo azzurro esploso in realtà con la serie di vittorie di Firenze culminate con il trionfo per 3-1 sulla Slovenia.
Ma l’avventura dell’Italvolley inizia ben più addietro e l’esordio contro il Giappone al Foro Italico è stato l’inizio di un’avventura che rimane eroica e travolgente malgrado senza nessun trofeo alzato, né medaglia, rimasto in sospeso come un’eliminazione inevitabile ma beffarda lì quando il bello sembrava dover arrivare.
Un po’ come quell’eliminazione ai rigori contro la Germania all’Europeo di due anni fa o ancora all’esclusione a Russia 2018 o l’eliminazione contro la Corea nel 2002, impresse ancora nelle nostre menti, una per una. Sì perché se è vero che di eliminazioni di pallavolo l’Italia rispetto a quelle calcistiche ne ricorda davvero poche è altrettanto vero che oggi lo stivale ha acceso i notiziari con un velo di nostalgia che in altri momenti aveva dimenticato di avere se non all’indomani di un Mondiale di calcio. Ogni tanto anche il calcio cede il passo agli altri sport spesso dimenticati dai più, o più semplicemente a volte ci sono imprese talmente grandi da caricarsi di un’aura coinvolgente in toto impossibile da ignorare e non farsi trascinare diviene quasi irriverente.
Uno che ha preferito la pallavolo al calcio è uno tra i protagonisti di questa splendida avventura, tra gli uomini di Blengini infatti ne spicca uno con un vissuto particolare…
Simone Anzani, ventiseienne centrale da poco passato al Modena dopo essersi laureato campione d’Italia con la casacca del Sir Safety Perugia. A Perugia, il comasco ha anche conquistato una Coppa Italia e una Supercoppa italiana vinta dai perugini che per la prima volta nella loro storia conquistano sia Supercoppa, sia Coppa Italia che Campionato.
Nel passato di Simone, però, un piccolo aneddoto che ci riguarda da vicino: Il ventiseienne infatti ha esordito nel mondo dello sport da calciatore. Lui stesso ha ammesso in passato di aver giocato anche in più ruoli, ricoprendo addirittura persino quello di estremo difensore. Anzani malgrado sia comasco è di fede bianconera e uno degli oggetti a lui più cari è proprio la foto con il Capitano Del Piero con tanto di dedica.
Egle Patanè